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About a year ago I started my lith printing experience, using the combination Moersch EasyLith and Fomatone MG Classic 131, as almost everywhere suggested in many international forums.
I began with some very nice frames of a previous test session of Ars-Imago FD development, which were particularly suitable for their perfect management of the tones. Then, after almost another full year, I went on my experience with this combination of lith-development paper.
The first lesson I learned was that the tone (color tone mean) that acquires printing varies depending on the oxidation of the chemical. It would then create a situation in which the first two prints will be of a strange brown with olive green hues, while from the third everything becomes perfect (as if by magic!).
To overcome this problem, there are two methods. A practical and economical suggestion is to keep the chemical used in previous sessions and use it in the current session as a "startup": I will take 250ml of the previous, then add water up to 600ml and then 50ml of Part A fresh, more water, then 50ml of part B, and finally fresh water up to 1 liter of solution. Another system, in my opinion less economical and perhaps much less confident about the constancy of obtained tones, is to take an entire sheet of 24x30 paper, expose it to bright light for 20 seconds and throw it into the developing tank and develop thoroughly for 4 minutes: this creates an initial reaction and the formation of quinone, a molecule that is formed when the hydroquinone oxidation is not controlled by other chemicals (which is the process at the base of the lith printing).
How works the lith printing, what are the first steps to follow?
I try to answer in a simple and understandable way. You have to start from a well-exposed negative, with a balanced scene. Avoid, as much as possible, high-contrast scenes or dense negatives. Personally I found the greatest difficulty with pinhole shots, dense and high contrast, but in the end I managed to tame. The least difficulty is conversely seen in balanced and normally dense negative.
Scenes can be of many types, and the final results can vary widely. The color tone will still be brown in the shadows and light beige highlights.
Now we come to some technical details ... expose for lights (under the enlarger) and develop for shadows (into the tray). Then do not use contrast filter during the exposure under the enlarger. This because the contrast is adjusted only as made of white (a brief exposure corresponds to the maximum contrast) and the development time rules for the density of blacks. In addition, the lith print has two particular aspects: dumps paper grain (very strange thing!) and just about what is termed as "infectious development", ie a development that has an almost logarithmic trend and must be stopped by the printer, relying only on their own experience. Quite a challenge!
From the point of view of the final result of printing on paper, I realized that, going forward with the experience, I could "think" in more and more cases in which this particular type of printing would have paid off. I loved a night scene of street photography that has had a yield to me beautiful. Earlier the same scene I had printed split grade (1-4) of Rollei Vintage 111 with a chemical normal as the Neutol NE, was coming very beautiful and delicate. With the lith process instead printing takes a very strong connotation, emotional. Obviously this emphasis to someone will seem a stretch, but the ability to revisit previous shots into a new way of reading is one of the most beautiful things that traditional photography can give us.
[IT]
Circa un anno fa iniziai la mia esperienza di stampa lith, usando la combinazione Moersch EasyLith e Fomatone MG Classic 131, come quasi ovunque suggerito in molti forum internazionali.
Iniziai con alcuni fotogrammi molto carini di una precedente sessione di test dello sviluppo Ars-Imago FD, che erano particolarmente indicati per la loro perfetta gestione dei toni. Poi, dopo quasi un altro anno intero, continuai la mia esperienza lith sempre con questa combinazione sviluppo-carta.
La prima lezione che imparai fu che il tono (tono di colore intendo) che la stampa acquisisce varia a seconda dell'ossidazione del chimico. Si potrebbe quindi creare una situazione in cui le prime due stampe risulteranno di uno strano marrone con sfumature verde oliva, mentre dalla terza in poi tutto diventa, come per magia, perfetto.
Per ovviare a questo problema esistono due metodi. Un pratico ed economico suggerimento è quello di mantenere il chimico usato nelle precedenti sessioni ed usarlo nella sessione corrente come "startup": io ne prendo 250ml del precedente, poi aggiungo acqua fino a 600ml, poi 50ml di parte A fresca, altra acqua, poi 50ml di parte B fresca ed infine acqua fino a raggiungere 1 litro di soluzione. Altro sistema, secondo me meno economico e forse molto meno sicuri riguardo la costanza dei toni ottenuti è quello di prendere un intero foglio di carta 24x30, esporlo alla luce intensa per 20 secondi e buttarlo nella vaschetta del rivelatore e sviluppare a fondo per 4 minuti: questo crea una reazione iniziale e la formazione del chinone, una molecola che si forma quando l'ossidazione dell'idrochinone non viene controllata da altri chimici (che è il procedimento alla base della stampa lith).
Come funziona la stampa lith, quali sono i primi passi da seguire?
Provo a rispondere in modo semplice e comprensibile. Per iniziare bisogna partire da un negativo ben esposto, con una scena equilibrata. Evitate, quanto più possibile, scene ad alto contrasto o negativi densi. Personalmente la massima difficoltà l'ho riscontrata con scatti pinhole, densi ed ad alto contrasto, che però alla fine sono comunque riuscito a domare. La minima difficoltà è viceversa riscontrabile in negativi equilibrati e normalmente densi.
Le scene possono essere di molti tipi, ed i risultati finali possono variare moltissimo. Il tono del colore sarà comunque marrone nelle ombre e beige chiaro nelle alte luci.
Ora veniamo ad alcuni dettagli tecnici... Si espone (sotto l'ingranditore) per rendere le luci e si sviluppa (nella bacinella) per rendere i neri. Non si usa alcun filtro di contrasto, durante l'esposizione sotto l'ingranditore. Questo proprio perché il contrasto viene regolato solo come resa dei bianchi (una breve esposizione corrisponde al massimo contrasto) ed in bacinella ci si regola per la densità dei neri. Inoltre la stampa lith ha due aspetti particolari: fa uscire la grana della carta (cosa stranissima!) e si basta su quello che viene definito come "sviluppo infettivo", ossia uno sviluppo che ha un andamento quasi logaritmico e che deve essere fermato dallo stampatore, basandosi solo sulla propria esperienza. Una bella sfida!
Dal punto di vista della resa finale della stampa su carta, mi sono accorto che, andando avanti con l'esperienza, riuscivo a "pensare" a sempre più casi in cui questo particolare tipo di stampa avrebbe dato i suoi frutti. Mi è piaciuta moltissimo una scena notturna di street photography che ha avuto una resa secondo me bellissima. In precedenza la stessa scena l'avevo stampata split grade (1-4) su Rollei Vintage 111 con un normalissimo chimico come il Neutol NE, era venuta molto bella e delicata. Con il procedimento lith invece la stampa assume una connotazione molto forte, emotiva. Ovviamente ad alcuni questa connotazione sembrerà una forzatura, ma la possibilità di rivisitare precedenti scatti in una nuova chiave di lettura è una delle cose più belle che la fotografia tradizionale ci possa regalare.
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Below is a link to my set on Flickr dedicated to lith printing:
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Di seguito un link ad un mio set su Flickr dedicato alla stampa lith: